La LIS (Lingua dei Segni Italiana) è una lingua ricca e variegata, utilizzata dai sordi e riconosciuta, ufficialmente, dal 19 maggio 2021
La Lingua dei Segni è la lingua utilizzata per comunicare dai sordi. L’emissione di suoni viene sostituito tramite l’utilizzo di segni, realizzati con una o entrambe le mani. Anche i movimenti del corpo, dal busto in su, e le espressioni del viso sono importanti per la comunicazione. Quest’ultima, pertanto, si basa sulla visualizzazione e sul segno; il messaggio viene effettuato grazie al corpo e percepito tramite la vista.
23 settembre: Giornata Internazionale delle Lingue dei Segni
Per far conoscere l’importanza di questa lingua e i diritti e i bisogni dei sordi e dei sordomuti le Nazioni Unite hanno stabilito, a partire dal 2018, che ogni 23 settembre sia celebrata la Giornata Internazionale delle Lingue dei Segni. Questa giornata cade durante la Settimana Internazionale del Sordo 2021, che si svolgerà dal 20 al 26 settembre: una settimana che culminerà, il 26 settembre, con la Giornata Mondiale del Sordo.
Ciascuno stato possiede un diverso sistema di segni, così come accade per qualsiasi lingua. In Italia, ad esempio, è conosciuta come LIS (Lingua dei Segni Italiana). Per scoprirne di più in merito, anche per quanto riguarda le opportunità lavorative, abbiamo intervistato Luciano Barbarisi, docente del corso LIS erogato da ARES, Commissario SEP presso la Regione Campania per gli esami di interpreti LIS ed ex Presidente Nazionale dell’Associazione Interpreti.
Come nasce il suo interesse per questa vera e propria lingua?
“Interesse quasi imposto, perché nasco in una famiglia di sordi, mio fratello è sordo e da piccolo ero circondato da amici di mio fratello che comunicavano con questa vera e propria lingua. Per quanto riguarda il nostro paese, la Lingua dei Segni Italiana è stata riconosciuta ufficialmente come lingua dalla Repubblica Italiana il 19 maggio 2021. Traducevo le parole per mio fratello durante le telefonate. Anche un mio zio e un mio nipote sono sorde. Ho lavorato per venti anni per l’Ente Nazionale Sordi. Lavorando in questo mondo, mi sono dovuto confrontare con la realtà esterna, ho studiato e ho imparato molto. Sono diventato interprete, poi docente e ho lavorato anche per la Regione Campania”.
Come si struttura la LIS?
“La Lingua dei Segni Italiana è una lingua a parte con una struttura diversa. Mentre noi diciamo “La penna è sul tavolo”, il sordo dirà “Tavola penna sopra”, perché si vede prima la tavola, poi la penna e infine l’azione che lega i due oggetti. La struttura quindi è il tempo e il luogo, poi l’oggetto o il soggetto. Il verbo viene alla fine. “Domani mattina vado a cinema” dobbiamo tradurla così “Domani mattina io cinema andare” perché il verbo va alla fine e non va coniugato. La negazione deve essere inserita alla fine “Domani mattina io cinema andare no”. L’espressione del volto è importante per esprimere una domanda o un condizionale”.
Quali sono gli ambiti professionali per un Interprete della Lingua dei Segni?
“Gli ambiti sono molteplici. In campo sanitario, legale-giudiziario, scolastico, turistico o televisivo. In tutti questi casi è necessario avere una conoscenza approfondita dell’argomento trattato perché l’interprete tratta argomenti molto delicati e che possono influire sulla vita delle persone. Prendiamo ad esempio il caso di un ragazzo sordo che si trova in una classe: come farà quando il professore spiega dando le spalle alle classe o deve essere interrogato? É necessaria una figura ad hoc che funga da interprete (gli assistenti alla comunicazione)”.
Quale consiglio si sente di dare ai futuri interpreti di questa lingua?
“E’ un bellissimo lavoro, ma è necessario un grande impegno nella formazione. Bisogna scegliere una buona scuola e svolgere tanti corsi di aggiornamento, tirocini. Se si decide di fare questo mestiere, lo si fa da professionisti. La LIS è in costante evoluzione, come qualsiasi lingua: essere aggiornati è una necessità”.