In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, il 2 aprile, ARES ha realizzato un evento formativo gratuito sull’argomento
“Conoscere e gestire l’Autismo” è stato l’incontro formativo gratuito svolto in presenza e online il 29 marzo 2023.
Organizzato da ARES, in collaborazione con l’Organizzazione no-profit “Percorsi per Crescere Onlus“, questo importante momento formativo è avvenuto presso la sede partenopea dell’ente di formazione professionale.
Sono intervenuti il Prof. Lino Barbasso, laureato in psichiatria e neuroscienze presso la Palo Alto University California (USA), e la Dott.ssa Maria Rosaria Messina, psicoterapeuta e responsabile del coordinamento centro autismo “Percorsi per Crescere Onlus”.
Conoscere è fondamentale
L’incontro, accessibile a chiunque fosse interessato, è stato realizzato per fornire delle linee guida a professionisti quali OSS (Operatori Socio Sanitari) e OPI (Operatori per l’Infanzia). Al termine della giornata formativa è stato rilasciato un attestato di partecipazione.
Come ha ricordato durante il suo intervento, la Dott.ssa Giovanna Brancaccio, Presidente ARES: “Crediamo nella formazione professionale e questi incontri hanno anche lo scopo di far crescere professionalmente i nostri corsisti, e non solo. Abbiamo lavorato molto per questo incontro e con grande gioia per raggiungere questi importanti risultati formativi”.
2 aprile: Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo
“Conoscere e gestire l’Autismo” è stato realizzato in concomitanza con la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, che si celebra ogni 2 aprile.
Una giornata nata grazie alla risoluzione ONU 62/139 e approvata nel Consiglio delle Nazioni Unite il 1º novembre 2007 e adottata il 18 dicembre dello stesso anno. Un momento, dunque, dedicato alla conoscenza e alla sensibilizzazione di questo disturbo del neurosviluppo.
Il meltdown autistico
Il Prof. Barbasso, nel suo intervento, ha spiegato l’autismo da un punto di vista medico. A partire dal significato della parola, che deriva dal greco αὐτός, aütós, ovvero se stesso. Gli autistici, infatti, presentano mancanza di iniziativa verso l’interazione sociale, rinchiudendosi in una sorta di bolla di vetro.
In particolare, il Professore ha sottolineato che non esistono forme univoche di autismo, esistendo diversi disturbi dello spettro autistico tra i quali ha ricordato la sindrome di Asperger, diagnosticata, tra gli altri, a Greta Thunberg, Albert Einstein e Charles Darwin.
L’autismo è un disturbo del neurosviluppo: è pertanto tipico dei bambini. Grazie ad alcune particolari tecnologie è possibile diagnosticarlo nei neonati. In questo modo, il personale medico competente può già approntare una serie di misure da adottare all’insorgere delle prime caratteristiche.
Non si diventa, quindi, autistici da adulti ma la causa non è ancora chiara. Barbasso ha specificato che contribuiscono fattori genetici e ambientali ancora non del tutto chiariti. Ciò che è certo è che le persone neurodivergenti presentano scarse capacità di comunicare idee, emozioni e sentimenti. Una situazione che comporta un deficit di integrazione sociale.
In particolare, quando gli autistici accumulano troppi stimoli e non hanno la possibilità di riposarsi o di mettersi al riparo, possono accadere degli arresti di sistema. In questo caso, si parla di meltdown autistico: una risposta involontaria e fisiologica che la persona autistica adotta come forma di difesa estrema.
Nel seminario si è sottolineato che non è corretto parlare di come si cura l’autismo: più corretto parlare di come gestirlo. Una diagnosi precoce, ha sottolineato il Prof. Barbasso, è importante per comprendere quali trattamenti realizzare (di solito, farmaci e/o riabilitazione).
Metodo ABA
L’intervento della Dott.ssa Maria Rosaria Messina si è concentrato sulla gestione concreta di un minore autistico, come previsto dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) 5 che introduce lo spettro autistico.
Ogni bambino ha delle esigenze specifiche, delle quali bisogna tenere conto. Pertanto, un professionista è un osservatore attivo e non agente passivo, deve essere sempre attento alla gravità e all’intensità delle azioni ripetute dal minore. Secondo Messina, chi opera in questo delicato settore deve prestare particolare cura alla comunicazione verbale e non verbale del bambino, perché quest’ultimo comunica ma non è detto che per farlo parli.
Esistono 3 livelli di gravità nell’autismo che prevedono, a seconda della gravità del caso, un supporto, un supporto significativo oppure molto significativo.
L’ultimo livello, il terzo è il più diffuso. In tutti i casi, la Dott.ssa Messina ha ricordato che è sempre necessario lavorare con etica. Bisogna sempre prima mettere in sicurezza il bambino e poi agire per eliminare i comportamenti che compromettono le interazioni sociali.
Poiché l’autismo non è solo una condizione infantile, bisogna intervenire precocemente per evitare problemi futuri: i veri terapisti, ha ricordato Messina, sono i genitori che rappresentano la realtà quotidiana dei bambini.
Il metodo ABA è un modello di intervento precoce che punta a ridurre le abitudini comportamentali disfunzionali e problematiche tramite la realizzazione di rituali comportamentali adattivi. ABA si basa su dati concreti e verificabili per essere così efficace e generalizzabile, suddividendo le analisi negli antecedenti, sul comportamento del ragazzo e le conseguenze dell’azione da contrastare.
La Dott.ssa Messina ha concluso il suo intervento ricordando che per ottenere dei risultati è necessario adattarsi alle specialità del bambino, entrare nel suo mondo, ma è anche necessario combattere lo stigma sociale di cui, ancora oggi, sono colpite le persone autistiche.