L’Operatore per l’Infanzia lavora a stretto contatto con i genitori per poter aiutare al meglio i bambini
Occuparsi dei più piccoli non vuol dire soltanto gestire la parte assistenziale ed educativa ma anche curare la socializzazione e l’educazione. Tutti aspetti dei quali si occupa l’Operatore per l’Infanzia (OPI) nei confronti dei bambini da uno a dieci anni.
Per poter ottemperare a questi compiti è necessario rapportarsi con le famiglie, senza le quali non è possibile raggiungere i risultati sperati, e con le altre figure professionali .
Il ruolo di collegamento dell’OPI
Un vero e proprio collegamento che si realizza in tutti i luoghi nei quali questo professionista svolge le proprie mansioni, ad esempio ludoteche, case famiglie, villaggi turistici, baby parking, asili nido e reparti ospedalieri per minori.
Insegnanti, assistenti sociali, genitori sono tutti interlocutori dell’OPI al fine di realizzare percorsi educativi e formativi utili ad accrescere la creatività e l’autonomia dei bambini.

Apporto fondamentale per le famiglie
L’Operatore per l’Infanzia svolge un’attività di supporto ai genitori. Infatti, tramite giochi idonei e attività ricreative é in grado di assicurare la crescita, l’educazione e l’autonomia del bambino. I genitori possono trarre grande giovamento dalle attività svolte da questo professionista sia per quanto riguarda la crescita del figlio sia nel relazionarsi con quest’ultimo tramite nuove attività ludiche.
Il percorso formativo per diventare Operatore per l’Infanzia
È necessario seguire un corso di formazione professionale erogato da un ente di formazione riconosciuto a livello regionale. In Campania, ad esempio, il corso di formazione professionale prevede una durata di 600 ore (delle quali 240 ore di stage in strutture per l’infanzia).

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